le donne e i dinosauri

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Ieri sera ho sentito un caro amico che stimo particolarmente. Un uomo colto, intelligente, ricco di qualità tra cui un senso dell’umorismo insidiato nell’anima. Insomma, uno che, se ci sfidiamo, vien fuori una battuta più bella dell’altra.

Gli ho chiesto come procede con la palestra e la dieta, spedendogli poi una delle mie migliaia di foto che mi son scattata con il programma “mirror” in cui appaio ammiccante e moltiplicata per due.

Gli ho scritto: “io sono dimagrita molto sai, ormai sono trasparente”

“A me sembra invece che tu sia raddoppiata”

Come si fa a non amarlo?

Dopo una sganasciata, mi risponde che il periodo di prova in palestra è scaduto.

“E che fai? Intendi proseguire? Tentenni? Oppure hai pagato l’abbonamento?”

La sua risposta, rassegnata, è stata: “ho versato ho versato, per sentire il meno possibile il terribile momento del distacco del possesso delle banconote ho fatto un bonifico online… che è meno doloroso. L’online anestetizza”

Ho passato una decina di minuti a ridere a crepapelle. Poi però mi sono soffermata a pensare.

C’è una categoria di persone, che è l’antitesi a quella a cui appartengo io, che trascorre la propria esistenza a studiare in modo meticoloso il risparmio. Io invece faccio parte di quel gruppo che, se ho cento euro in tasca, trovo subito il modo METICOLOSO per sperperarli. In tutti i campi della propria vita, questi esseri riescono a scovare il prezzo più basso, la qualità migliore ma a valore più economico.

Credo che, se fossi la sua donna, verrei frustata tutti i giorni della mia vita per gli ammanchi sul conto corrente che, inspiegabilmente, tornano a presentarsi.

Quando mi raffronto con questi geni della finanza, io mi ritrovo ad essere in totale disagio, sentendomi come quella cicala che suona e balla tutta l’estate e poi d’inverno muore di freddo e di stenti. Beh, diciamo che morirei dalla fame ma non dal freddo perchè con tutte le ecopellicce che mi ritrovo nell’armadio potrei scaldare metà della popolazione dell’Alaska.

Se loro si preparano il futuro con dedizione io preparo il mio con lo schema degli sconti online. Se loro si costruiscono la casa di mattoni depositando soldi, io costruisco la mia dimora di borse. Che poi mi ci vedrei a vivere dentro una casa fatta con pareti di Vuitton.

Qui ridiamo e scherziamo, ma il discorso è serio e profondo. Non tanto perchè siamo qui a decidere chi dei due abbia il comportamento migliore, ma perchè il confronto tra i due è davvero inconciliabile. Da una parte ci sono loro, i T-Rex dalle braccia corte come li abbiamo soprannominato noi che, per loro, siamo degli spendaccioni malati.

La scorsa settimana ho parlato con mia sorella che, quando le hanno chiesto se avrebbe accettato che le regalassero un paio di scarpe, ha risposto di no perchè ne ha già.

NE HAI GIA’?

Non si hanno mai abbastanza scarpe! Se fosse la domanda fosse stata a me, ancora che finisse la sua formiulazione, io salutavo dal finestrino della macchina già accesa, pronta per recarmi al negozio di calzature per fare razzia.

Spesso mi viene chiesto:”Ma cosa te ne fai di tutti quei vestiti che non hai abbastanza serate per sfoggiarli tutti in un anno solare?”

Embè? Riformula il concetto perchè non riesco a comprendere.

Pero’ io li ammiro sapete? Riescono a fare calcoli matematici di cui io nemmeno conosco l’esistenza. Comparare listini prezzi di ristoranti, mettere a confronto i costi di biglietti aerei calcolando anche il tasso di percentuale di risparmio tenendo conto dell’indicizzazione del tasso di cambio della moneta. Insomma, comprano poco e quel poco deve essere il meno caro. Io compro tanto e quel tanto è rapportato solamente ad una cosa: lo spazio nell’armadio.

Io non so come sarà la mia casa, non so nemmeno quale sarà il costo della mia casa, il luogo in cui si ergerà, ma so come sarà l’armadio: grande.

Una sera andai in un locale ad ascoltare musica dal vivo. Eravamo un bel gruppo di amici tra cui uno, benestante e libero professionista. All’uscita, mentre pagava, iniziò la recita del frugarsi nelle tasche e, dopo avermi rivolto uno sguardo da pentito della mafia, mi disse:

“Hai cinque euro da prestarmi? Non ho i soldi per uscire”

E’ chiaro che, conoscendo il personaggio, per lui quei pochi spiccioli erano una piccola somma che accresce il suo gruzzoletto.

Lo guardai, scambia sguardi con tutto gli altri e dissi:

“Mi spiace, finito tutto” e sono uscita in strada.

Lo so, lo so, sono stata crudele. In fondo cosa sono cinque euro rispetto le centinaia di euro che spendo in scarpe? Non volevo dargliela vinta. Volevo che capisse che non poteva trovare una spalla su cui appoggiarsi e lagnarsi, soprattutto dopo avermi accolta nella sua auto dicendo: “immagino che il cartellino di quel vestito l’hai tolto poco fa vero Elena? Oppure è ancora li appeso?”

Il risparmiatore ha un ottimo rapporto con le carte fedeltà. Preferisce la fedeltà dell’Agip rispetto a quella della propria fidanzata. Con la prima risparmia, con la seconda sperpera.

Tendenzialmente il destino cerca col lanternino questi spilorci, e assegna loro fantastiche ragazze dai capelli lunghi, gambe affusolate, piene di qualità. Ma anche piene di estensioni che devono essere sostituite ogni quattro mesi per la modica cifra di seicento euro, dedite alla palestra che annualmente richiede un migliaio di euro e vestiti provocanti che superano il valore di un’utilitaria a basso consumo.

D’altro canto succede che, per ogni uomo dal portafoglio sigillato, una donna scialacquatrice soffre perché non riceve regali costosi e luccicanti.

Il duro colpo spesso non viene superato e alla fine di queste storie d’amore, lei si consola acquistando un guardaroba nuovo per colmare il dispiacere dell’affossamento amoroso, lui si conforta prendendo in mano una calcolatrice ed un calendario, ringraziando Dio che Natale e San Valentino devono ancora arrivare e quindi tutto si è concluso senza grosse perdite di fondi.

Devo essere sincera, il mio amico frequentatore di palestre è un esemplare d’uomo a cui si perdona tutto, perché la sua simpatia contamina anche la sua spending review e se fosse diverso non sarebbe più il mio carissimo amico. Se lui passasse dall’altra parte del sistema economico perderebbe il suo appeal. Mi serve, che lui sia così. Altrimenti chi metterebbe un freno alla mia continua voglia di dilapidare il mio gruzzoletto di denaro?

Nell’eterno dilemma, lascio a voi l’ardua sentenza, ora vi saluto, vado a provare gli ultimi tre vestiti che mi sono concessa.

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